ACQUEDOTTI ROMANI

a cura di FRANCO PURINI

Scendendo dai rilievi che circondano il settore sud-est del territorio laziale, gli acquedotti romani segnano l’orizzonte con la loro metrica rigorosa. Essi costituiscono una presenza che più di ogni altro elemento urbano e architettonico identifica non solo la Campagna Romana, ma anche gli insediamenti moderni e contemporanei che essa ospita, tra i quali vanno ricordati il sistema degli edifici di Cinecittà e il famoso Quartiere Tuscolano. Questi spettacolari ruderi, che si perdono nella lontananza come un'eco, alternando il pieno al vuoto, costituiscono tracce territoriali continue che pervengono alla scala geografica conferendo ad essa una dimensione eroica. Composti di una campata che si ripete all'infinito, gli acquedotti romani si propongono come un segno unitario nel momento stesso in cui si suddividono in una serie di cellule tutte uguali, rivelandosi per questo come interi e al contempo additivi. Convergendo su Roma queste strutture, che ispirarono Le Corbusier e molti altri architetti, disegnano sul suolo una serie di linee di forza che materializzano il rapporto di reciproca appartenenza tra la città e il suo intorno. Dipinti da più generazioni di artisti; rievocati con toni sorpresi e ammirati scritti da famosi scrittori; ritratti con forte immedesimazione da molti fotografi, a partire dal grande archeologo inglese Thomas Ashby, direttore negli Anni Trenta del Novecento della Scuola Britannica; protagonisti di memorabili sequenza cinematografiche, gli acquedotti romani sono una presenza costante nella storia di Roma, in particolare della sua multiforme periferia orientale.

Pensare una mostra sugli acquedotti romani significa leggere, attraverso la loro capacità di costruire il paesaggio oltre la loro essenza tettonica e architettonica, la città di oggi nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti stabili e mutevoli, nella sua singolarità. Assieme a una pluralità di ambiti relativi alla città gli acquedotti romani suggeriscono una ulteriore sfera di contenuti che comprende i temi del frammento, della vastità, del tempo, dell’acqua, una risorsa che sta divenendo sempre più rara e preziosa, oggetto in questi ultimi anni di complesse strategie globali. La mostra, che sarà inaugurata nella primavera del 2011, è ospitata da CinecittàDue Arte Contemporanea situata nell’omonimo shopping mall, l’unico centro commerciale in Europa, inaugurato nel 1988, a contenere uno Spazio Espositivo permanente e che sorge vicino ad alcuni tra i più celebri acquedotti. Il lavoro svolto degli artisti, degli architetti, dei poeti, dei fotografi e dei musicisti invitati dovrebbe consentire di vedere nel loro passato, nel loro presente ma soprattutto nel loro futuro questi straordinari manufatti — il tufo viene dal fuoco dei vulcani, il travertino è un sedime dell'acqua sul quale a sua volta scorre l'acqua — nelle diverse ottiche dell’architettura, della pittura e della scultura, della video arte, della musica, della letteratura e della fotografia.

Bruna Marchini
Franco Purini
11-2-2011

 

 

 

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